Oggi ti parliamo della notizia delle ultime ore che fa gola a decine di editori in tutta Italia, e migliaia di editori in tutto il mondo, editori e testate giornalistiche che ogni giorno raggiungono il proprio bacino di lettori grazie alla visibilità concessa da Facebook: arrivano le notizie a pagamento.
Non si conoscono ancora tutti i dettagli, ma una cosa è certa: è ferma intenzione di Mark Zuckerberg cominciare a rendere le notizie che tutti i giorni leggiamo dalle pagine Facebook delle nostre testate preferite, a pagamento. Insomma:
Due miliardi di persone – tra cui anche tu – d’ora in poi dovranno pagare per leggere le news.
Il responsabile dei rapporti con i Media di Facebook, Campbell Brown, ha dichiarato: “Una delle cose che gli editori di giornali digitali ci hanno chiesto è di attivare un paywall in Facebook. E noi lo stiamo facendo: stiamo lanciando un prodotto a sottoscrizione”, durante il Digital Publishing Innovation Summit di New York.
Notizie a pagamento su Facebook: cosa significa?
Non tutti sanno che da circa un anno Facebook ha lanciato la possibilità per gli editori di pubblicare notizie fruibili dai lettori senza uscire dal social network, e questa funzione si chiama Instant Articles: il problema è che Instant articles, studiata per garantire una presenza di spazi pubblicitari che garantisse agli editori un ritorno economico da ogni visita all’articolo, non ha funzionato come si sperava: insomma, a quanto pare agli editori guadagnare dalla pubblicità non basta più, e hanno cominciato a farsi sentire. A discapito nostro.
Quali soluzioni sono state messe in atto? Molti giornali hanno una presenza di banner e spazi pubblicitari davvero ingombrante, al punto da rallentare la navigazione di un articolo e addirittura portare gli utenti ad abbandonare le pagine, senza neanche leggere quello che stavano cercando.
Invece da Facebook, adesso, arriva la notizia per cui da ottobre le news saranno a pagamento, e gli editori potranno tirare un sospiro di sollievo perché non servirà più utilizzare la pubblicità per guadagnare.
Ma davvero è una notizia positiva per gli editori?
In realtà, se ci pensiamo, questa novità potrebbe portare a una decrescita drammatica della fruizione dei contenuti online. Pensiamo a quanti articoli leggiamo al giorno, soltanto scrollando il nostro feed di Facebook: secondo te è verosimile pensare che saremmo tutti disposti a pagare per poter leggere le news?
Il mondo dell’informazione ha subito una rivoluzione mai avuta prima: accesso libero e gratis a tutti, sempre e ovunque, perché basta uno smartphone. Convincere tutte le persone – parliamo di due miliardi di utenti attivi! – a dover ricominciare a pagare per conoscere le novità da tutto il mondo, pagare per informarsi, per indignarsi, per essere sempre sul pezzo.
Per i lettori non è una buona notizia e questo è abbastanza scontato; ma in realtà non lo è neanche per gli editori, perché in questo modo si lascerà enorme spazio a tutti i contenuti pubblicati direttamente sui social – Facebook questo lo sa molto bene – che non richiedono all’utente di uscire dal social.
L’informazione cambia quotidianamente e questo lo sappiamo: tornare alle notizie a pagamento può sembrare una buona idea per il finanziamento di editori “liberi” da finanziamenti dall’alto, ma pensiamo a come sono stati penalizzati gli editori in Germania e Spagna con l’Ancillary Copyright, una legge molto simile che a breve sarà discussa anche in Italia: non fasciamoci la testa prima di romperla, però stiamo in guardia perché i rischi per noi lettori e per gli editori sono tantissimi.